Fondo archivistico

Trentaquattro buste d’archivio, contenenti 473 fascicoli (di cui 104 muniti di fotografie e sessantadue di manifesti) e 178 sottofascicoli; quattordici buste di materiale emerotecario, contenenti “L’Antifascista”, periodico dell’Anppia (anni 1981-92), e “Patria indipendente”, periodico della Resistenza e degli ex Combattenti (anni 1966-2002), più la mostra “Storia e cronaca della Resistenza italiana ed europea “(1995). Questa la consistenza dell’archivio dei comitati provinciali dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) e dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (Anppia), depositato presso l’Archivio di stato di Viterbo, frutto di un lavoro volontario di oltre 450 ore, tra schedatura, ordinamento, selezione e inventariazione del materiale. La documentazione archivistica Anpi riguarda gli anni dal 1968 (quando Luigi Tavani, dopo una fase di stallo, rilancia l’Associazione sul territorio) al 2002 (quando, con la morte del Presidente Luigi Amadori e l’elezione di Biagio Gionfra, entriamo nella fase corrente dell’archivio). La documentazione Anppia, invece, riguarda soltanto gli anni 1981-92. Vi sono comunque documenti originali che datano a partire dal 1944.L’archivio si suddivide in tre serie:

1) documentazione e pratiche (a sua volta suddivisa in quattro sottoserie: antifascisti e partigiani di Viterbo e provincia, paesi della Provincia; antifascismo e bande partigiane della provincia; altre province italiane).

2) Attività Anpi.

3) Attività Anppia.

Con l’archivio è stato depositato un inventario, a cura di Silvio Antonini, che consta sia di una versione sommaria, per avere un’idea circa le serie e il contenuto delle buste, sia di una analitica, con la descrizione dei singoli fascicoli e sottofascicoli. In appendice all’inventario, gli indici delle formazioni partigiane, dei luoghi e dei nomi citati: uno strumento di ricerca redatto proprio per venire incontro alle richieste solitamente rivolte all’Associazione. Al contrario di quanto spesso succede al momento dei depositi d’archivio, questa non è una realtà che ha cessato la sua esistenza o esaurito la sua funzione: a partire dal congresso nazionale di Chianciano (2006), l’Anpi ha aperto le iscrizioni a chiunque fosse vicino ai suoi scopi associativi. Il venir meno dei partigiani, per ragioni anagrafiche, è stato ampiamente compensato da una crescita dell’Associazione che, nel 2009, ha superato i 110 mila iscritti. L’inventariazione e il deposito dell’archivio sono quindi da inquadrare nel complesso delle attività che l’Anpi svolge per salvaguardare la memoria, locale e non, dell’Antifascismo e della Resistenza. L’archivio è a disposizione – senza limiti cronologici – di storici, studiosi e semplici interessati a conoscere la nostra storia civile, politica e sociale. 

L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia fu costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal CLN del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l'occupazione nazifascista. Il 5 aprile del 1945, con il decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale dei partigiani. Il 4 giugno 1945, con la liberazione del nord, venne costituita a Milano l'ANPI – Comitato Alta Italia. Il 27 giugno 1945, il Comitato provvisorio dell'ANPI di Roma e il Comitato Alta Italia si fusero dando vita all'ANPI Nazionale. Nello Statuto erano evidenziati gli scopi operativi che la struttura si era prefissata. Tra questi: - Restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo. - Valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall'azione dei partigiani. - Far valere e tutelare il diritto dei partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione morale e materiale del Paese. - Promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione. In particolare questo ultimo punto fu realizzato grazie alla creazione, fin dal 1948, di Convitti-Scuola Rinascita che miravano a qualificare professionalmente giovani ex partigiani e orfani dei caduti. Per ulteriori informazioni è possibile consultare le pagine : http://www.anpi.it/articoli/1419/chi-siamo http://viterbo.anpi.it/

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